Oggi sono un po’ arrabbiata. 

Siamo nel 2017 e direi che ora di dire basta agli stereotipi!

Non esistono giochi da maschi e giochi da femmine. Esistono soltanto GIOCHI.

Sono venuta a conoscenza che esistono oratori feriali e centri estivi in cui dividono i maschi dalle femmine durante le attività di gioco organizzato.

Ma… siamo tornati indietro di 40 anni???

Sono rimasta allibita, scioccata, ci sono rimasta davvero molto male!

Come si può pensare nel 2017 che esistano dei giochi da proporre ai maschi ed altri giochi da proporre alle femmine?
Puoi organizzare un centro estivo nell’estate 2017 e pensare realmente che i bambini siano così stereotipati?

Come puoi essere un educatore, un formatore, un pedagogista e pensare che sia più facile gestire un gruppo di soli maschi e sole le femmine, per proporre giochi più adatti a loro?
Ci sono bambine più forti dei loro coetanei maschi e ci sono bambini più precisi di molte loro coetanee femmine.
Pensi realmente che sia corretto proporre alle bambine di fare il pane e ai bambini i giochi “olimpiadi”?
Credi davvero che non sarebbero entusiasti tutti di fare entrambe le attività?


Agli pseudo educatori dico una cosa: i bambini sono tutti uguali e tutti diversi.
Puoi dividere i bambini per età, anche se sappiamo che un gruppo di bambini eterogenei impara molto più velocemente rispetto ad un gruppo di bambini coetanei, ma non puoi dividere i bambini a seconda del proprio sesso!

È antiquato, retrogrado, oltre che pedagogicamente sbagliato!

Faccio un bel respiro, mi calmo
e ti presento 4 bambini che ho avuto il piacere di conoscere in questi ultimi mesi: Giulia, Beatrice, Andrea e Giacomo.

Cos’hanno in comune questi bambini?
Hanno una passione molto forte che li porta a condividerla con gli altri.

Giulia è una bambina di 10 anni molto sveglia, vivace e intelligente. A Giulia piace giocare a calcio con i suoi coetanei ed è anche molto brava, ma sicuramente è appassionata di basket. Ha quella passione travolgente che travolge anche te. Le piace a tal punto che lo insegna volentieri anche ai suoi coetanei e ai bambini più piccoli.

Beatrice ha 6 anni e le piacciono i lego, le macchine e gli skateboard. Sua mamma mi ha detto che è anche molto brava ad andare sullo skate, è la più piccola del suo corso ma bagna il naso ai 15enni.

Andrea ha 9 anni e adora fare le ruote, le capriole e fare le coreografie di ginnastica insieme alle sue compagne di scuola.
È davvero tenace. Non importa se cade o qualcosa gli esce male, lui ricomincia finché gli riesce bene. È un ginnasta provetto.

A Giacomo, 5 anni, piace giocare con pentole, piatti e tutta la cucina. Da grande sarà uno chef, mi ha detto. E nel frattempo cucina insieme alla nonna il pane, la pasta e la pizza.

Pensi che questi 4 bambini siano speciali o diversi dagli altri?
Proprio per niente!

Ai bambini piace fare e giocare a tante cose.
Ci sono maschietti a cui piace il gioco del nascondino, il lupo mangiafrutta e giocare a fare la spesa; e ci sono bambine a cui piace colorare, giocare a mago libero e costruire castelli coi lego.
E ci sono bambini e bambine che sono innamorati di farfalle e pesciolini!


Ci sono genitori che sbagliano quando dicono “no” al proprio figlio perché gioca con le bambole e ci sono educatori che sbagliano proponendo ai maschi soltanto giochi come le costruzioni e le macchine.


MA COME SI FA A FARE LA COSA GIUSTA? COSA PUOI FARE TU COME MAMMA? 

Basta fermarsi un attimo, osservare il bambino e vedere da cosa è attratto.

E se gli stimoli sono molteplici e lui è attratto da più cose, si può semplicemente chiedere: “che cosa ti piacerebbe fare adesso?
Vedrai che ogni bambino avrà la risposta, vorrà giocare con la palla, disegnare o correre, oppure, se non ha una risposta, basta aspettare.
Ci si siede e si pensa.
Si osserva il mondo e lo spazio circostante.. e sicuramente, dopo un po’, al tuo bambino verrà in mente qualcosa da fare.


Quello che però puoi fare tu, come mamma, è creare per lui uno spazio di gioco e apprendimento, sicuro e protetto, adatto a lui e alla sua età.

All’interno della sua stanza, dei giochi o da letto, puoi creare delle aree ognuna per un’attività diversa: un angolo per la lettura con dei libri e un materassino o dei cuscini morbidi, uno spazio per il disegno e la pittura, un angolo con i giocattoli e gli accessori per il gioco di imitazione e i travestimenti, uno spazio con mattoncini, sfere e archi colorati in cui può costruire il suo mondo.

Ma cerca sempre di lasciare direttamente al tuo bambino la scelta del gioco. 

In questo modo qualsiasi tuo preconcetto sui giochi e sul giocare non verrà trasmesso a lui. Poiché sarà libero di scegliere ciò che più lo attrae e affinare tutte le sue capacità e talenti.

Inoltre con la libertà di gioco, si può imparare molto dai bambini, dalla loro adattabilità, immaginazione e gioia della creatività. Poiché possiedono il dono di trasformare gli oggetti in giochi.. e la culla della bambola non è più una culla, ma una navicella spaziale e la barchetta in legno è un telefono speciale per parlare nello spazio. 

E se ti lasci andare alla loro immaginazione, potrai entrare nel loro mondo e vivere avventure sempre nuove e divertenti.

Ricorda che la cosa più importante, oltre alla felicità del tuo bambino, è che impari a giocare bene.
Perché il gioco è lo strumento numero uno che ogni bambino ha per apprendere e condividere conoscenze, imparare le regole e le relazioni sociali, e scoprire nuovi talenti.

Da dove prendo le mie fonti?

Il concetto dello spazio a misura di bambino diviso per attività, deriva dal metodo di Maria Montessori, che spiega come l’adulto non dovrebbe intromettersi nell’attività del bambino, bensì lasciarlo libero nella scelta e nell’esecuzione del proprio lavoro.

Mentre la libertà di gioco per dare vita alla fantasia e creatività del bambino è uno dei principi del metodo Steineriano.

Perché conosco questi due metodi pedagogici?
Un po’ per passione e un po’ per lavoro.

Occupandomi di animazione per bambini avrei potuto fermarmi allo studio della sola animazione tradizionale, e invece ho voluto approfondire la pedagogia e i diversi metodi pedagogici.
E mi sono ritrovata a modificare pian piano tutto il mio metodo di fare animazione.

I miei studi, i percorsi formativi e la mia esperienza, mi hanno portato ad inventare un nuovo metodo di fare animazione. 
L’ho disegnato e studiato prendendo alcune caratteristiche da ogni metodo pedagogista e corrente filosofica, e ho creato una nuova forma di intrattenimento: il giusto equilibrio tra educazione e gioco.

Se vuoi avere maggiori informazioni sul mio metodo di fare animazione per bambini all’interno delle feste di compleanno, matrimoni o altri eventi, contattami: scrivimi un’email a info@polveredifata.com